25 novembre 2020
A NOI PIACE PARLARE. PER QUESTO 2020 DOBBIAMO FARLO A DISTANZA. UNA DELLE PAROLE CHE MEGLIO DISEGNA UN ANNO DI ADEGUAMENTO ALLA PANDEMIA, UNA PAROLA CHE SI LEGGE NELLA SFIDA DI SUPERAMENTO: LA SFIDA DI COLMARE LA DISTANZA IN MODI INEDITI PER NOI, LA VOGLIA DI ESSERCI, DI FAR RISUONARE LA NOSTRA VOCE PER LE DONNE CHE CONTINUANO A SUBIRE VIOLENZA, PER GLI UOMINI CHE CONTINUANO A FARE VIOLENZA. I DATI SUL FENOMENO DELLA VIOLENZA DI GENERE NEL PERIODO COVID-19 RILEVANO COME DURANTE IL LOCKDOWN LA VIOLENZA DI GENERE NON SI SIA AFFATTO FERMATA: SI REGISTRA INVECE UN AUMENTO DEI CASI DI MALTRATTAMENTI IN AMBITO DOMESTICO E RIMANE LA DIFFICOLTA’ OGGETTIVA DI VALUTARE TUTTO IL SOMMERSO, TUTTE QUELLE SITUAZIONI DI COERCIZIONE, DI CONTROLLO, DI RICATTO, DI OFFESA CHE RESTANO SOSPESE O AGGRAVATE DALL’EMERGENZA SANITARIA. MA NON C’è VIOLENZA CHE POSSA ESSERE RIMANDATA, TACIUTA.
TELEFONO ROSA è SEMPRE IN ASCOLTO: ESSENZIALE PER LE DONNE.
PER QUESTO 25 NOVEMBRE 2020 ABBIAMO SCELTO DI PARLARE DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA: CON UNA INTRODUZIONE E CINQUE INTERVENTI VIDEO, IL TEMA VIENE DIVERSAMENTE CONIUGATO E RAPPORTATO ALLA VIOLENZA DI GENERE PER RICORDARE CHE C’è MOLTA STRADA DA FARE E CHE I CENTRI ANTIVIOLENZA SONO UNO SPAZIO PER IL CAMBIAMENTO PERSONALE E COLLETTIVO VERSO UNA PROSPETTIVA DI EVOLUZIONE E DI SUPERAMENTO DELLA VIOLENZA BASATA SUL GENERE.
Il celebre psicanalista Carl Gustav Jung scrisse:
“Ogni tipo di dipendenza è cattiva, non importa se il narcotico o l’alcool o la morfina o l’idealismo.”
Se qualsiasi dipendenza è cattiva, lo è anche quella sviluppata nei confronti di una persona, di una relazione o di un sentimento. Molte relazioni, infatti, si costruiscono e si mantengono nel tempo non grazie all’amore, al desiderio, alla stima, al rispetto reciproco, alla voglia autentica di stare insieme, ma attraverso la dipendenza o la co-dipendenza fra i partner. Spesso, amore e dipendenza vengono erroneamente e pericolosamente confusi, ma dove esiste l’uno non può esistere l’altro. Amore e dipendenza sono avversari: se coesistono, ci distruggono. Se questo capita, anche se la relazione continua, l’amore si oscura e si sottomette alla dipendenza.
La dipendenza sembra amore, ma in realtà è il suo esatto contrario; dipendenza significa che “io esisto solo in funzione di te, che la mia vita è dedicata e “sacrificata” alla tua, perchè tu sei più importante di tutto, anche e soprattutto di me stessa. La mia felicità, la mia tristezza, la mia rabbia, le mie scelte, i miei pensieri sono vincolati e condizionati da ciò che tu provi, pensi, scegli e fai. Ma io in tutto questo, dove sono? Non ci sono, non esisto, esisto solo attraverso te”.
Quando una relazione assume queste caratteristiche diventa malsana e distruttiva, perchè non ci aiuta a valorizzare e ad esprimere chi siamo, ma annienta e distrugge totalmente la nostra identità, spingendoci a tollerare, in modi anche rischiosi, qualsiasi situazione, qualsiasi atteggiamento o comportamento da parte dell’altro pur di tenerlo vicino a noi.
Quando si dipende da qualcuno si diventa ossessionate da lui, e le ossessioni sono quasi sempre originate dalla paura. Paura di cosa? Paura di restare sole, paura di non farcela ad affrontare la propria vita senza l’altro, paura dell’abbandono e del rifiuto, paura che i sacrifici che si fanno per l’altro non siano mai abbastanza, con una conseguente e graduale abnegazione a favore suo.
Se vi siete ritrovate in questa breve descrizione, se qualcosa è risuonato dentro di voi, è importante che vi fermiate un attimo a riflettere, iniziando a vedere e a chiamare la realtà con il suo nome, senza trovare alibi o cadere nella pericolosa trappola “in nome dell’amore tutto è lecito”, perché non è così, non lo è. Una relazione di questo tipo non può aiutare a colmare il vuoto e la fame che si sente dentro il cuore, anzi, porterà il cuore ad avere sempre più fame, a chiedere sempre più cibo, e ad ottenerne sempre di meno. Ma bisogna fare attenzione al “cibo” con cui ci sfamiamo: se non è sano, se è avariato, può intossicarci, fino alla morte.
Solo noi possiamo colmare quel buco che abbiamo dentro, imparando a volerci bene, pensando “io sono importante”.
Tempo fa, vagando nel web, mi è capitata davanti agli occhi un’immagine che raffigurava un muro sul quale compariva questa scritta: “sei nata intera, non ti manca nessuna metà”.
Ed è così. Nasciamo intere, dobbiamo solo scoprire la nostra interezza ed esserne consapevoli.
Dr.ssa Nadia Mortara
Psicologa psicoterapeuta
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