Reddito di libertà

Reddito di libertà

IL REDDITO DI LIBERTA’ VIENE DALLA SARDEGNA

il 14 ottobre 2020 la Sardegna ha messo in moto per prima in Italia il progetto pilota di welfare sociale destinato alle donne vittime di violenza.
le difficoltà economiche accompagnano inevitabilmente un percorso di uscita dalla violenza: c’è chi ha perso il lavoro, chi non lavora da anni, chi non ha mai lavorato, chi deve affrontare una separazione legale, chi deve pagare un mutuo, chi non ha dove stare, chi cambia città … Sono in maggioranza madri che devono rivoluzionare il proprio mondo e quello dei figli mantenendo la responsabilità di cura degli stessi dall’educazione alla salute, al frigo pieno.
sono tutte donne che devono fare i conti con se stesse, sono tutte in “uscita”, un cambiamento lungo, doloroso, difficile.
è fondamentale sostenere questo cammino del cambiamento con un periodo al riparo dall’urgenza: avere il tempo per ricostruirsi senza essere angustiate da cosa metto in tavola stasera e domani.
la necessità di sopravvivere non aiuta a risolversi, quando bisogna pensare ai bisogni non c’è spazio per pensare altro. riconoscere che la necessità è invece quella restituire alla società delle donne libere dalla violenza, rafforzate nella loro identità, portatrici di un progetto di vita significa riconoscere la necessità di una società migliore.
garantire una misura di sostegno al reddito per un periodo dai 6 mesi a 1 anno significa tutelare il percorso di uscita dalla violenza delle donne: il tempo per raccogliere i cocci, delineare un progetto di vita e rituffarsi nel mondo; il tempo da investire nella formazione o nella riqualificazione per scommettere su un nuovo inizio personale e professionale.
é il modello di welfare necessario da rivendicare a livello nazionale.

Con la Delibera del 14 ottobre 2020, n. 51/10, la Giunta Regionale ha deliberato in via definitiva la linee guida per il triennio 2020-2022 per il Reddito di Libertà: la delibera per l’anno ha stanziato una quota pari a 514 mila euro (in attuazione di una proposta nata nel 2018 e tradotta nella Legge regionale 2 agosto 2018, n. 33 “Istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza” – contributi per il supporto alle spese legali e per inserimento lavorativo a favore delle donne vittime di violenza) e accoglie le raccomandazioni approvate all’unanimità, su proposta della consigliera democratica Rossella Pinna, di ampliamento delle misure attuative del reddito di Libertà oltre che alle donne ospitate presso le Case d’Accoglienza anche alle donne vittime di violenza in carico ai Centri Antiviolenza.
“È un provvedimento importante e di grande civiltà – annuncia la consigliera, Rossella Pinna – Il provvedimento è un esempio di come dinanzi a problemi così urgenti e seri, sia possibile dare risposta condivisa ed efficace al di là delle appartenenze politiche. Il testo prevede la presa in carico con un piano personalizzato delle donne vittime di violenza, stanziando una forma di contributo mensile che le accompagni in un nuovo progetto di vita che preveda la formazione e il reinserimento nel mondo del lavoro”.
“Un reddito che le sosterrà nel loro percorso di ricostruzione personale, che ne garantisca la dignità, ne consenta l’ autonomia e che sia strumento di affrancamento dall’esperienza di violenza, ponendo fine alle condizioni di dipendenza economica e restituendo a tante donne il coraggio per rompere condizioni di maltrattamento, di subalternità e oppressione psicologica e fisica, dando così inizio ad una nuova e più libera esistenza per sé e per i loro figli. Una scelta di fiducia e speranza.”