Già dire donna è dire casa. L’etimologia è latina.
Domina – Domus – Donna
Dominus – Domus -Donno (ebbene sì, uomo, rimane in uso la forma contratta di don in spagnolo)
Nell’antica Roma il padrone di casa (dominus) e sua moglie (domina) avevano potere indiscusso su tutto ciò che era di loro proprietà nella domus, schiavi inclusi. Dominus e Domina dominano la casa. Sembrerebbe una condizione paritaria. Ma. La padrona di casa domina solo perché moglie del padrone di casa. É una definizione in relazione all’uomo, in subordine. Peccato poi che il padrone di casa padroneggi non solo in casa ma anche fuori di casa, ha un ruolo pubblico, ha un posto nel mondo.
Questa casa…: si è storicamente rivelata una scelta perfetta in termini di controllo sulla donna, di confinamento nell’ambito del privato, di esilio dal mondo che c’è là fuori e che è lo scenario della piena realizzazione del sé…
Questa casa…: certo, ce ne è voluto di tempo per riuscire ad uscirne. E cominciare a trovare un posto nel mondo. Libere.
Oggi la casa è ancora il luogo del privato. E, più che sentirci padrone di casa, sentiamo il bisogno di avere un luogo speciale, un riparo, un nido, un luogo protetto, un posto dove ci si sente liberi di cucinare in mutande, di fare la doccia con la porta aperta del bagno, di piangere guardando la serie in voga, di mettere una parrucca per videochiamare gli amici, di dormire con un peluche, di amare…
Eppure là dentro, in quel luogo del privato, in quel luogo dell’intimità, lontano dagli occhi di tutti ovvero se ci sono testimoni sono dei bambini, là, dentro molte case, c’è violenza.
Là dentro le relazioni si spogliano, si mostrano per quello che realmente sono: la relazione positiva con-vive mentre la relazione sbagliata scoppia. E se scoppiasse e basta, sarebbe un cambiamento e i cambiamenti si accettano: la violenza è invece inaccettabile. Penso questo. Sono tempi difficili. Siamo chiamati a resistere a un evento epocale, questo Sir. Covid19 è già nella storia. Siamo chiamati anche a ripensare il presente e pensare al futuro. E mi chiedo, tra le tante cose, che relazioni vogliamo per il futuro?